domenica 5 gennaio 2014

Decrescita selettiva, nuovo paradigma

C'è un nuovo paradigma economico- sociale che si va affermando, quello della decrescita selettiva,  antitetico a quello imperante del consumismo che vede, come unico obiettivo di sviluppo, la crescita del PIL.
La confusione è tanta, gli integralisti del PIL denigrano i teorici della decrescita indicandoli come utopisti perchè auspicano, secondo loro, il ritorno all'età pre-industriale. 


Chi lo fa in buona fede, non ha capito che cosa significa decrescita selettiva.


La decrescita selettiva indica uno sviluppo sociale ed economico che prescinde dalla crescita del PIL, anche se questo NON vuol dire contrazione e riduzione del PIL.

Facciamo qualche esempio:  


1) si producono armi ( o si comperano, vedi F35), si promuove la guerra, l'industria cresce , il commercio si sviluppa (import ed export), le commesse per approvvigionamenti salgono. PIL cresce. Tutti contenti? 

Questo non è uno sviluppo sostenibile perchè se faccio la guerra, qualcuno viene ucciso, se produco armi non produco beni socialmente utili e il Governo sovvenziona le armi e non le attività quali istruzione e sanità (magari privatizza tutto così si toglie il pensiero). Lo stesso discorso si può applicare a qualunque produzione globalizzata gestita da multinazionali : FIAT, Uniliver, Benetton ecc



2) promuovo le economie del territorio in cui  una comunità vive stabilmente : agricoltura, turismo, artigianato, PMI. 
Se vivo in Sicilia, consumo arance siciliane e non quelle spagnole o argentine. 
Se voglio consumare il formaggio Fontina, lo compero in Valle d'Aosta, perchè è un prodotto di quel territorio. 
Quindi il PIL cresce meno che nel punto 1) ma ho i seguenti risultati: 
aumento dell'occupazione, salari equi, riduco costi di trasporto e consumo energetico perchè diminuiscono i trasferimenti sul territorio, preservo il territorio, valorizzo la cultura locale e il tempo della vita degli esseri umani. Questo è uno sviluppo sostenibile, che aumenta il benessere delle comunità e attua prospettive di futuro.

Il punto 2) definisce il concetto base di decrescita selettiva. 

Per chi volesse approfondire, consiglio la visione di questo documentario , realizzato da Helena N. Hodge, Premio Nobel Alternativo http://cinehall.wix.com/economiafelicita






giovedì 2 gennaio 2014

Buon anno pentastellato!

Archiviato senza rimpianti il 2013, guardo con ottimismo al 2014.

Ci sono energie nuove nell'aria, voglia di costruire una società   sana e onesta, in grado di offrire un futuro ai giovani e ai non più giovani.

C'è la volontà di una società civile che lavora per spazzare vie le ingiustizie, le clientele, le discriminazioni, le lobbies

Voglio salutare il nuovo anno con il discorso che il Presidente dell'Uruguay, J. Mujica ha tenuto un anno fa, dal  significato atemporale e quanto mai attuale .

E'  il discorso che vorrei sentire pronunciare da un Presidente italiano, non quello che l'imbalsamatore di caste ha tenuto a casa nostra, due giorni fa.

http://www.youtube.com/watch?v=3SxkMKTn7aQ

Fino a che rincorreremo il mito del Pil come segnale di sviluppo e benessere, la società sarà condannata alla immobilità e alla crisi irreversibile.

Ponendo al primo posto il PIL vince la logica del cane mangia cane, il forte sottomette il debole, il sociale perde davanti al privato, il consumo vince sulle relazioni sociali, la cultura e l'istruzione vengono calpestate.

Decrescita selettiva è il nuovo paradigma, per un futuro di sviluppo  che non lascia indietro nessuno. Basta correre, fermiamoci e riflettiamo su chi siamo, cosa facciamo e dove volgiamo andare.


Il presidente Mujica  sta mettendo in pratica la decrescita nel suo paese, diventa un modello da seguire. 
Si può fare! 

Auguri di buon anno a tutti,   un anno a 5 stelle ovviamente, perchè non esiste alternativa nel nostro panorama politico. Guardiamo i fatti e giudichiamo, lasciando scivolare via   le parole di propaganda, diffuse dai pennivendoli servi di casta. 

I cittadini eletti stanno svolgendo un lavoro incredibile, titanico pur avendo la forza di piccole formiche laboriose. E i risultati si vedono, sono concreti, sotto gli occhi di tutti.

Basta aprirli, gli occhi. 

E' finita l'era Berlusconi,  questo sarà l'anno dei cittadini.




domenica 27 ottobre 2013

Nido di serpi - Libro primo - Bartolomeo

Un incontro casuale dà avvio ad una concatenazione di avvenimenti che si susseguono in affannoso crescendo: un'amicizia tradita, una vendetta sanguinosa, la verità dalle mille sfaccettature, un amore sensuale.  Sullo sfondo di una Genova mediterranea, la storia si dipana in un labirinto che trova collegamenti nel Nord Africa, in India, in Uruguay. Chi ha ucciso Re, e soprattutto chi era Re? 



Inizia a leggere 

http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/912187/




La storia prosegue con  Ghiaccio bollente

mercoledì 25 settembre 2013

Biscotto alla vaniglia







Arianna valutava i ragazzi secondo il metro di suo padre, ma al contrario. Se avevano le credenziali giuste per entrare nella sua lista nera, allora faceva l’amore dove capitava, senza  inibizioni.   Da quegli amplessi non ricavava un piacere fisico, il  sesso serviva a metteva a tacere, per qualche manciata di minuti, l’ossessione che la dilaniava.

Dopo si faceva pagare, come una puttana qualunque e il denaro  lo spendeva subito.
Entrava nella  pasticceria tutta luci e specchi e le sue narici si riempivano dell’odore inebriante del burro e della cioccolata. Sprofondava  nel morbido velluto delle poltroncine e  aspettava che  la cameriera sovrappeso, con la divisa grigia tesa all'altezza dell’ampio petto, la accogliesse, premurosa come una mamma.

 Quindi si ingozzava di dolci, cheesecake, paste al cioccolato, crumble di mele.  Finiva una porzione di torta e la mamma era lì, pronta ad accontentarla. E lei ordinava  un’altra fetta lucida di glassa,  spolverata di promesse di felicità. La punta della sua lingua era sensibile al sapore zuccherino e lei ci giocava, avanti e indietro nel palato,  prolungando il piacere fino a che le  mucose eccitate  pretendevano  una nuova zolletta.
Allora accoglieva il cucchiaio ricolmo come un’innamorata al primo bacio.

Quei pomeriggi pagava  conti superiori alle cinquanta sterline.

Poi andava in bagno, attaccava la bocca al rubinetto del lavabo e beveva  una grande quantità d’acqua. Quindi vomitava tutto.

Sollevando la testa dalla tazza del gabinetto si sentiva straordinariamente bene.  Non era in grado di  dire  se prevaleva il piacere perverso della gola o quello masochista del vomito. O se entrambi contribuivano all’orgasmo che provava nel WC di quella pasticceria.

Niente a che vedere con il sesso meccanico che consumava  con i maschi dai visi sbiaditi, negli androni male illuminati o sui materassi dalle lenzuola sgualcite.

L’amore era  un biscotto alla vaniglia che si lasciava assaporare lentamente, sciogliendosi in bocca.

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domenica 15 settembre 2013

Ragtime e altri racconti

Ragtime


Il piccolo bistrò del quartiere, cresciuto a ridosso dei vecchi macelli, attirava il popolo della notte che celava la malinconia dietro le risate nervose e i gesti affettati. Seduti ai tavolini di marmo che ricordavano i banconi dove un tempo si squartavano i vitelli, uomini e donne centellinavano la birra alla spina e scambiavano qualche parola con gli sconosciuti seduti accanto.

Al termine del primo boccale, le frasi scivolavano morbide sotto alle camicette attillate, lungo i fianchi delle donne che facevano vibrare i polpacci abbronzati sotto alle gonne leggere. Gli uomini fumavano sigarilli che profumavano di rum e di cannella e il fumo si inanellava in spessi riccioli che rimanevano sospesi nell’aria immobile e umida.

Le femmine ridevano e aprivano le labbra come calici, poi le serravano strette ed era una sfida, tutto quell’aprire e chiudere. I camerieri facevano un nuovo giro, posavano sui tavolini i boccali umidi con la schiuma solida che traboccava dai bordi e ritiravano quelli vuoti.


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Il mattino ha l'oro in bocca

Lo squillo disturbante di un campanello, una porta che rimane chiusa, un uomo affascinante incontrato al bar sotto casa.

 Il confine tra paradiso e inferno è labile, si scioglierà come neve al sole.


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